Inquinatori di tutto il piemonte unitevi
da La Repubblica del 24.10.2006
24 October, 2006
La retromarcia è stata fermata in extremis con le due decisioni di ieri ma anche così il Piemonte rischia ora davvero la maglia nera nell’impegno antismog. Premesso che il blocco diurno – e presto la messa fuori circolazione – dei non catalizzati non basta a farci uscire dalla emergenza smog ma è un passaggio indispensabile, inevitabile, ecco il quadro. In tutti i capoluoghi e gli hinterland emiliani sono già fermi i non catalizzati dalle 8,30 alle 18,30. Lo stesso blocco parte ai primi di novembre nei capoluoghi e hinterland della pianura lombarda,dalle 8 alle 12 e dalle 16 alle 20. Quasi tutti i capoluoghi veneti lo attuano. La Regione Piemonte ha tentato di fermarli ( sempre solo dal lunedì al venerdi’) dalle 8 alle 18,30, dai primi di ottobre e in tutta la Regione. Poi ha dovuto slittare a novembre e ridimensionare ai 350 comuni di pianura (gli altri avrebbero avuto orari ridotti di fermo.) Poi ha ridimensionato a 58 comuni tra capoluoghi e viciniori. Ora siamo a soli 35 comuni, alcuni solo da gennaio, per sole 5 (o 6) ore. La Giunta si starà interrogando su quali errori tattici ha commesso, ma la sostanza è che il disagio (in parte vero in parte presunto) di una piccola minoranza ha trovato solo in Piemonte rappresentanti efficaci fino a decimare lo stop. A fermare nei giorni scorsi la delibera è stata la scoperta che senza ordinanze dei sindaci i vigili non avrebbero controllato e sanzionato, e che i sindaci di Asti Biella e altri importanti comuni non avrebbero firmato. Il “movimento dei non catalizzati” che sembra aver vinto il primo round non è uno spettro inconsistente evocato dai demagoghi di An, e viceversa non è neanche un movimento di massa capace di andare in piazza e di scrivere libri. E’ consistito in proteste di associazioni di commercianti e affini raccolte dalla classe politica dei comuni, forse prima ancora che regionale. Si tratta di non più del 20 % del parco auto regionale, meno del 20% nei comuni ai quali si è ristretta la penultima versione del blocco. Ma è meno del 10% del traffico effettivo diurno. Forse che in Piemonte queste auto son più numerose che nelle altre zone padane? E’ più probabile che ci troviamo di fronte a conservatorismi e provincialismi che credevamo superato nella Regione delle Olimpiadi e dello Slow Food. Se i problemi sono davvero di disagio sociale , se in Piemonte ci son più poveri che nel resto del Nord, che dispongono solo di un mezzo non catalizzato, li si affronti in avanti, aiutandoli a condividere l’uso delle auto più pulite, o con deroghe mirate transitorie (via libera ai non catalizzati con 3 persone a bordo).
L’area torinese non può sbandierare più di tanto il fatto che non attende fino a gennaio, perché comunque le ordinanze già pronte per undici ore di stop hanno dimezzato l’orario dopo l’offensiva “non catalizzata” delle province minori. Certo, tutto è sempre realtivo, ma proprio ieri i ministri dell’ambiente hanno ribadito a Bruxelles che non accettano di indebolire la direttiva antismog. I giorni di sforamento non devono essere più di 35 e noi siamo già a 124…