“Tra tre anni toccherà anche all’Italia”
da La Stampa del 24.11.2006
24 November, 2006
<b>FEDERICA FURINO</b>
In Francia la crociata contro i sacchetti di plasica sembra procedere più in fretta del previsto. Parigi ha deciso di non aspettare il 2010. E in Italia? Quanto ci vorrà?
«Con ogni probabilità anche noi ce ne sbarazzeremo entro tre anni. I termini previsti dall’emendamento alla Finanziaria che abbiamo approvato in commissione Ambiente sono questi: 31 gennaio 2009. Ora aspettiamo la discussione in Senato, ma siamo fiduciosi».
A quel punto che cosa succederà? Come saranno le nuove borse della spesa?
«Simili a quelle che abbiamo usato finora, solo biodegradabili. Si ricavano dal mais e hanno infiniti vantaggi: non soltanto si deteriorano completamente, ma anche la loro produzione avrà un impatto ambientale molto basso».
Che cosa intende per “basso impatto ambientale”?
«La lavorazione di questo materiale ha una bassa produzione di gas di serra. Rilascia cioè pochissima anidride carbonica. Senza contare che il mais, come pianta, favorisce la produzione di ossigeno. Più di così...».
E da un punto di vista economico cambierà qualcosa? Questi shopper di bioplastica costeranno di più o di meno?
«Oggi come oggi, gli shopper biodegradabili costano di più. Non molto, ma un po’ di più sì. Però quando la produzione sarà maggiore, i prezzi si abbasseranno. E di certo il risparmio globale, calcolato sull’intero ciclo di smaltimento dei rifiuti, sarà enorme».
Un mercato nuovo, quindi. Ci sono società che hanno sposato questa causa?
«Per ora c’è la Novamond che ha stabilimenti in Piemonte e Umbria: lavorano a questo progetto da un po’ e la produzione ormai ha ritmi ragionevolemtne veloci».
Non sarà l’unica però...
«E’ un mercato in crescita, favoriremo una giusta competizione tra aziende. Certo chi investe nel futuro prima degli altri merita un sostegno».
Pensate ad accordi con le catene di grande distribuzione per favorire la diffusione dei sacchetti biodegradabli?
«Non lo escludiamo. Nei prossimi anni studieremo di certo strategie adatte, ma per il momento l’obiettivo è metterci sulla strada dei francesi».
Ci abitueremo alle alle nuove buste delle spesa?
«Non ho dubbi. La gente è molto più sensiblie ai problemi dell’ambiente di quanto si creda».