Meno soldi agli inceneritori/1
E' una delle conseguenze della revisione dei certificati verdi: stop ai finanziamenti alle fonti assimilate per la produzione di energia elettrica. Accordo fra governo e maggioranza. Ma restano i diritti acquisiti
11 December, 2006
E' stato recepito nel maxiemendamento alla finanziaria l'accordo tra Governo e maggioranza, all’interno della cabina di regia della Finanziaria al Senato, per superare l’incentivazione Cip 6 che dal 1992 ad oggi è costata circa 8 miliardi di euro. Ad annunciarlo era stato Tommaso Sodano (Rifondazione Comunista), presidente della commissione Ambiente di Palazzo Madama, che insieme ad altri senatori di Rifondazione aveva presentato un emendamento per mettere fine all’incentivazione delle fonti “assimilate”. Anche la senatrice dei Verdi Loredana De Petris aveva depositato una proposta.
L'orientamento dell'emendamento originale di Rifondazione e Verdi era quello di limitare i contributi ai soli produttori di energia da fonti rinnovabili. La mediazione raggiunta sancisce lo stesso principio, facendo salvi i diritti pregressi. Il principio che si va a stabilire è quindi che, da oggi in poi, non si autorizzano più impianti a fonti di energia “assimilate” che possano usufruire di incentivi al pari delle “vere” rinnovabili. Ora si tratta di tradurre l’intesa in un emendamento.
Per evitare la nascita di “un contenzioso enorme”, ha spiegato Sodano, si è convenuto che percepiranno gli incentivi anche quegli impianti tuttora da realizzare per i quali già sono stati chiusi i contratti. Sarà un successivo decreto Mse-Minambiente a individuare gli “impegni da onorare”.
L’emendamento dovrà inoltre demandare al Governo, ha aggiunto Sodano, un potere di verifica sugli impianti Cip6 esistenti per riuscire a recuperare una quota, “tra il 10-15%”, delle agevolazioni “impropriamente ricevute” da quelle centrali che rinnovabili non sono e da destinare alle vere energie verdi.
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