Raccolta differenziata in Campania: i costi del non fare
Secondo uno studio del Comieco, i costi dovuti alla mancata raccolta differenziata di carta e cartone in Campania superano i cento milioni di euro. Oltre alla spesa per lo smaltimento, pesano il danno d’immagine e gli enormi costi ambientali. Il livello di raccolta procapite sfiora i 18 chili annui, a fronte dei 37 della media nazionale
08 May, 2007
Centodue milioni di euro. È questa la cifra che la Campania ha speso tra il 1999 e il 2005 per non aver attivato un sistema adeguato di raccolta e recupero di carta e cartone. Lo sostiene il Comieco (Consorzio nazionale per il recupero ed il riciclo di imballaggi a base cellulosica), che ha presentato a Ravello i risultati di uno studio sui costi del “non fare”. La ricerca, condotta da Alessandro Marangoni, docente in Management delle Utilities all’università Bocconi di Milano.
A far lievitare la cifra, i costi concreti di smaltimento della frazione cellulosica: più di 71 milioni di euro, che oltre a gravare sulle finanze dei cittadini campani, pesano indirettamente sull’economia nazionale, che sostiene da più di tredici anni il commissariamento della Regione. Ai costi diretti si aggiungono quelli legati al danno d’immagine che la Campania ha subito, oltre, naturalmente, agli enormi costi ambientali e sanitari che l’emergenza rifiuti si porta dietro.
«Un sistema efficiente - ha dichiarato Carlo Montalbetti, direttore generale di Comieco - consentirebbe di porre un freno all'annoso problema dei rifiuti in una regione sottoposta a commissariamento dal lontano 1994». Secondo i dati forniti dal Consorzio, la raccolta di carta e cartone in Campania è cresciuta nel 2006 del 12% rispetto all’anno precedente, ma il valore annuo procapite di 17,7 kg è ancora lontanissimo dalla media nazionale di 37 kg.