Conclusa la «tregua di Natale» torna l’allarme per lo smog
LIVELLI ALTI, LA PROVINCIA CHIEDE PROVVEDIMENTI PIU’ INCISIVI AI COMUNI, TORINO COMPRESA
15 January, 2004
Alessandro Mondo La Provincia lancia l’allarme sul progressivo deterioramento della qualità dell’aria e convoca i 19 comuni dell’area metropolitana, Torino compresa, per decidere le contromisure. Non solo. L’incontro rappresenterà l’occasione per un confronto con i vari amministratori sui progetti non attuati o in corso d’opera. Fra gli argomenti in agenda,l’estensione della Ztl torinese e l’entrata in servizio delle barriere elettroniche. «Misure strutturali improrogabili - commenta l’assessore provinciale Elena Ferro (Risorse Idriche e Atmosferiche) -, previste dagli accordi e destinate a sostituire i soliti provvedimenti-tampone così avversati dai cittadini. Per questo quando vennero annunciate riscossero l’apprezzamento di tutti. Ora intendiamo fare il punto sui tempi con il Comune». Immediata la replica di Palazzo civico. «Lo abbiamo già detto: partiremo a metà febbraio - spiega l’assessore Maria Grazia Sestero (Viabilità) -. Stiamo definendo i particolari di un piano complesso e costoso, che contribuirà ad abbattere l’inquinamento. Se la situazione dovesse peggiorare prima di quella data, valuteremo altri provvedimenti». Intanto gli ambientalisti tornano sulle barricate. «Permane il monito per le auto non ecologiche a fermarsi due giorni la settimana - deplora un comunicato di Legambiente, Circolo Ecopolis -. Perché non prendere atto che queste misure sono ridicole rispetto all\'entità del problema e allo spirito della direttiva europea?». La malattia è sempre la stessa: smog. Il quadro clinico si riassume negli sforamenti delle insidiose polveri sottili, i cosiddetti PM10, confermati dai valori delle centraline gestite dall’Arpa: parlano le tabelle sul sito di Palazzo civico (www.comune.torino.it), mentre la freccia dell’Indice della qualità dell’aria ideato da Palazzo Cisterna (www.provincia.torino.it) oscilla da giorni fra il giallo di «mediocre» e il rosso «insalubre». Da inizio anno la soglia dei 50 microgrammi per metro cubo, da non superare per più di 35 volte l’anno, si è già impennata 10 volte. Nè basta il vento di un giorno ad archiviare il problema. Da qui l’allerta della Provincia, che nella persona della presidente Mercedes Bresso e dell’assessore Ferro invierà una lettera ai sindaci. Obiettivo: decidere il da farsi. Se è il caso, rispolverando misure già sperimentate - dalle targhe alterne alle domeniche ecologiche - e tenendosi pronti a nuovi giri di vite. Fra le ipotesi sul tappeto, l’estensione del blocco dei veicoli non catalizzati da due a cinque giorni la settimana, accompagnato da un’intensificazione dei controlli (sulle 1.819 verifiche di dicembre, i vigili urbani hanno sanzionato 155 violazioni). Prospettive poco allettanti per i cittadini ma anche per gli amministratori chiamati a firmare le ordinanze. Il sindaco Chiamparino, ad esempio, non nasconde la sua contrarietà alle targhe alterne: «Ne ragioneremo con la Provincia e con gli altri comuni. Però l’esperienza dello scorso anno ha ribadito che, a fronte di notevoli disagi, l’effetto sullo smog è quello di un’aspirina. Altro discorso per le domeniche ecologiche, da considerare anche per il 2004». Su questo fronte, orfano dei fondi ministeriali, lavora l’assessore Dario Ortolano (Ambiente): «A breve renderemo noto il calendario. Non ci saranno grosse variazioni rispetto al “pacchetto” del 2003». Ma nessuno si nasconde che, in assenza di sviluppi meteo significativi, le domeniche ecologiche potrebbero non essere sufficienti.