il ticket senza democrazia
le idee
20 January, 2004
Il programma, annunciato dal Comune di Milano, di imporre un pedaggio alle automobili che entrano in città, è l\' ulteriore riprova – se ancora ce ne fosse bisogno – di una disastrosa politica di trasporto urbano. Il paradosso di un programma così abnorme è quello di trasformare l\' offerta di un servizio collettivo che spetta all\' ente pubblico in una punizione individuale, che colpisce il privato: invece di adoperarsi per far funzionare con efficienza i trasporti urbani l\' amministrazione, scaricando sui cittadini la colpa della propria inettitudine, li punisce e li taglieggia. Ciò che rende il programma del Comune ancora più allarmante è il fatto che il pedaggio annunciato non servirà né a migliorare né a rimediare lo stato disastroso dei trasporti urbani; per i quali sono necessari non sporadici e velleitari palliativi ma lungimiranti ed accurati piani di investimento. Data la presumibile minore quantità di auto in circolazione si verificherà all\' interno della città una palese ingiustizia: chi può permettersi di pagare il pedaggio circolerà più comodo e spedito, chi non può permetterselo dovrà ricorrere agli insufficienti, inadeguati e lenti mezzi pubblici. Sarebbe questo un esempio di eguaglianza democratica? Serve poco – anzi appare palesemente contraddittorio – l\' esempio di altre capitali europee, anch\' esse intenzionate ad imporre il pedaggio. La situazione dei trasporti è ben diversa tra Londra e Milano: a Londra i trasporti pubblici funzionano, a Milano no. A Londra chi si sposta in città, così come chi si muove fuori città, dispone di una rete di trasporto efficiente e veloce, con la quale a qualunque cittadino è consentito raggiungere qualunque meta. In queste fortunate condizioni l\' uso dell\' automobile privata diventa quasi pleonastico e discrezionale; diventa un lusso che decide di prendersi liberamente chi – anche potendo - non vuole far uso dei mezzi pubblici e preferisce spostarsi in piena autonomia. E\' comprensibile e giusto che questo lusso il singolo cittadino lo paghi a vantaggio della collettività; della quale in realtà utilizza ed occupa lo spazio di pertinenza, pur non essendone necessariamente costretto. Se a Londra l\' automobile non è indispensabile, a Milano, al contrario, per percorrere i tragitti meno frequentati e per raggiungere le mete più lontane, l\' automobile è insostituibile: è l\' unico mezzo che si possa usare per effettuare buona parte degli spostamenti richiesti da motivi di lavoro. La gente che lavora a Milano non usa l\' automobile per divertimento o per spasso; se potesse lasciare l\' automobile a casa sarebbe sicuramente più contenta e serena. L\' automobile serve per colmare le carenze del trasporto pubblico; per arrivare là dove i mezzi comunali, di superficie o sotterranei, ancora non fanno servizio. Il lavoratore a cui si chiede il pedaggio di entrata viene punito due volte: una prima volta per essere costretto ad usare l\' automobile in supplenza del carente ed incompleto mezzo pubblico; una seconda volta per essere costretto a pagare per l\' uso di questa automobile un ingiustificato pedaggio, in aggiunta alle pesanti spese di carburante, di circolazione, di sosta che già deve sostenere. Se torna a Londra Albertini non perda tempo a discutere sui biglietti di ingresso in città; si impegni invece a studiare come funziona l\' intero sistema dei trasporti londinesi e osservi bene quale alto livello di efficienza esso è capace di offrire ai cittadini.