Treviso, riciclo oltre la differenziata
Sperimentazione sul 2007: a valle della Rd è possibile recuperare un ulteriore 30% dell'indifferenziato
22 February, 2008
Il rifiuto secco non riciclabile proveniente dalla raccolta differenziata effettuata nell’intera Provincia di Treviso contiene, in media, circa il 30% di materiali recuperabili.
È quanto è emerso dalla sperimentazione sul rifiuto urbano residuo effettuata nel secondo semestre del 2007 presso l’impianto Ritec di Godega di Sant’Urbano (TV).
L’indagine, fortemente voluta e auspicata dai vertici di CIT-Savno e condivisa dall’Autorità d’Ambito “Marca Ambiente”, aveva come scopo la valutazione dell’efficacia di un sistema atto a migliorare ulteriormente i risultati ottenuti con la raccolta differenziata attraverso la sottrazione dalla frazione secca - già precedentemente separata a monte dai cittadini da tutti gli altri rifiuti - di quei materiali ancora recuperabili.
Tutto ciò con l’obiettivo di limitare ulteriormente il quantitativo di secco da conferire in discarica e per ridurre i crescenti costi di smaltimento a carico dei cittadini.
La verifica sperimentale, effettuata sui rifiuti provenienti dai tre Bacini della Provincia di Treviso - il TV1, il TV2 (con Treviso e Mogliano) e il TV3 - è stata eseguita da ARPAV-Osservatorio Regionale Rifiuti in stretta collaborazione con il CSA di Rimini, un’azienda altamente specializzata in analisi ambientali e riconosciuta a livello nazionale tra le più accreditate del settore.
L’identificazione del campione su cui eseguire la verifica è stato stabilito sulla base dei diversi sistemi di raccolta presenti nella provincia di Treviso: per ciascun sistema di raccolta (standard Savno, modello Priula, Treviso Servizi, ecc. ) sono stati selezionati più Comuni che nelle giornate stabilite hanno raccolto ed avviato all’impianto l’intero quantitativo di rifiuto secco prodotto.
Il rifiuto è stato quindi sottoposto a selezioni meccaniche e di lettori ottici per individuare le frazioni recuperabili ivi contenute (plastica, carta e metallo) che sono state poi analizzate qualitativamente al fine di verificare se rispondenti ai criteri di qualità fissati dal CONAI.
In generale i materiali recuperabili estratti erano in possesso di solo alcune delle caratteristiche qualitative richieste dal Consorzio Nazionale Imballaggi, pur tuttavia sono stati con successo tutti ri-collocati sul mercato.
Riportiamo qui di seguito la percentuale totale di materiali recuperabili (carta + plastica + metallo) riscontrati nel secco residuo per ogni campione analizzato (tab. 1 ), e la media totale di rifiuto recuperabile estratto dal secco residuo in ogni singolo Bacino (tab. 2):
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I dati ottenuti dalla sperimentazione evidenziano come l’operazione di ulteriore selezione di rifiuto secco, che si colloca a valle della raccolta differenziata, permette di sottrarre concretamente una apprezzabile percentuale di materiali ancora recuperabili dal secco non riciclabile.
Tale sistema non si propone pertanto come alternativa alla raccolta differenziata, ma la integra e la migliora (come già avviene con successo in alcune realtà nordeuropee) rendendo possibile da un lato una limitazione al ricorso alla discarica - e quindi una riduzione dei costi di smaltimento -, e, dall’altro, un’entrata economica grazie alla re-immissione di materie prime sul mercato.
Se infatti la raccolta differenziata, pratica che ha consentito ai comuni della Marca di distinguersi in ambito nazionale, rimane condizione indispensabile per l’ottenimento di prodotti recuperati di alta qualità rispondenti a criteri CONAI (che richiede un certo standard di purezza), il materiale recuperabile estratto con il sistema descritto dal secco residuo può comunque trovare spazi nel mercato del recuperi, oggi particolarmente esigente di materie prime ed energia.
Tutto ciò consentirebbe altresì un miglioramento di 10 punti percentuali sull’ottimo risultato di differenziazione dei rifiuti ottenuto nella maggior parte dei Comuni della Marca Trevigiana.