Pasqua di resurrezione per i rifiuti di Napoli? Ecco come la vedono i napoletani
A meno di cinquanta giorni alla fine del mandato del commissario De Gennaro, una corrispondenza da Napoli
25 March, 2008
<font size="1"><i><B>Simona Cipollaro</B></i></font>
L’appello a tenere in casa i rifiuti durante le feste di Pasqua, fatto dal commissario straordinario per l’emergenza rifiuti De Gennaro ai cittadini campani, aveva lasciato qualche dubbio sull’effettiva risoluzione dell’emergenza nella regione. In realtà, i dati degli ultimi giorni sono abbastanza confortanti. Rispetto alle scorse settimane in cui i rifiuti per le strade avevano superato anche le <b>4000</B> tonnellate, con un picco massimo di <B>4270</b> tonnellate il 2 marzo, si è arrivati a quota <b>680 tonnellate in giacenza il 20 marzo</b>.
Questo calo non ha riguardato solo la città di Napoli, ma l’intera Campania, almeno stando a quanto dichiarato dallo stesso De Gennaro, tanto che la raccolta del giorno 19 marzo ha permesso di rimuovere dalla strade della regione circa 10.060 tonnellate di rifiuti.
Il <b>merito</b>, secondo il commissario straordinario, è da attribuire al <b>regolare funzionamento degli impianti</b> di Ferrandelle ed all'avvio di quelli di Marigliano, oltre che alla ripresa di <b>maggiore operatività della discarica di Macchia Soprana</b> e non allo smaltimento dei rifiuti in Germania con cui non è stato ancora concluso l’iter procedurale per firmare i contratti. Secondo De Gennaro, quindi, <i>“l’attuale evoluzione positiva della crisi è da attribuire quasi esclusivamente alla <B>forte sensibilità dei cittadini campani</b> ed in particolar modo di quelle comunità che, con grande spirito di solidarietà, sopportano i maggiori disagi per un interesse collettivo”</I>.
Camminando per le strade del capoluogo campano la percezione che la quantità di sacchetti stia diminuendo si avverte. Di sicuro, la raccolta ha interessato prima il centro e solo successivamente la periferia, e tra la città e la provincia, quest’ultima ha visto meno interventi di rimozione, sebbene anch’essa sia meno in sofferenza rispetto ai giorni scorsi.
Quello della rimozione è, però, solo uno degli aspetti che riguardano l’emergenza, un altro è sicuramente quello della raccolta differenziata, di cui tanto si è discusso negli ultimi mesi e su cui tutti i comuni campani hanno dovuto presentare un piano.
A questo punto, quindi, <b>abbiamo chiesto ad alcuni operatori dell’Asia, come hanno visto evolvere la raccolta differenziata della città</b>. L’opinione di chi ogni giorno lavora sul territorio per la raccolta è molto chiara, sicuramente c’è stato un incremento della differenziazione dei rifiuti rispetto ai mesi scorsi, ma i cittadini continuano, soprattutto in alcune zone della città, a gettare ogni tipo di rifiuto senza prima separarlo e molto spesso capita di trovare anche gli ingombranti, per i quali esiste un numero verde. Funzionano bene le raccolte promosse dalle parrocchie e quella di carta e cartone con gli esercizi commerciali. La sensazione degli operatori è confermata dai dati di febbraio, che mostrano chiaramente che l’<b>incremento del 5%</b> di raccolta differenziata è stato <b>dovuto in particolar modo</b> alla raccolta di <b>carta e cartone</B>, mentre per <b>la plastica ed il multimateriale</b> l’incremento è stato pari a <B>200 tonnellate rispetto a gennaio 2008, 481,09 tonnellate prodotte a gennaio contro le 637,98 a febbraio</B>. A questo punto, abbiamo chiesto quale potesse essere il motivo di queste differenze.
La sensazione generale è che per la raccolta di carta e cartone sia stato fatto un <b>lavoro più puntuale</B>, che ha consentito un reale <b>coinvolgimento degli esercizi commerciali</B>.
Per il resto, invece, i <b>cittadini napoletani</B> hanno sentito poco l’intervento del comune ed hanno visto nelle iniziative promosse da quest’ultimo un’<b>occasione mancata</B> di dialogo e di informazione.
Sono state organizzate, infatti, <B>quattro giornate</B> di raccolta straordinaria nelle dieci municipalità, <B>troppo poche</B> per gli intervistati, durante le quali sono stati distribuiti gli ecovademecum sulla raccolta, che successivamente sono stati reperibili solo on line. Si è <b>triplicata</B>, invece, la <B>raccolta della frazione verde</B> rispetto al mese di gennaio. Il comune di Napoli ha previsto, a tale proposito, nel piano sulla raccolta differenziata la futura defogliazione obbligatoria dei prodotti ortofrutticoli, in base alla quale i negozianti saranno tenuti a raccogliere tutto il fogliame separatamente rispetto al resto dei rifiuti. È stato chiesto ad alcuni venditori di frutta e verdura in che modo siano stati informati su tale pratica.
Alcuni non ne sanno ancora nulla, molti invece già attuano questo tipo di separazione già da tempo e sono quelli a cui il comune e l’Asia hanno provveduto a fornire i contenitori appositi di colore blu.
Altro punto scottante messo in evidenza dalla maggior parte delle persone intervistate è la <b>grande confusione</B> che regna sul tema dei rifiuti, per cui la questione delle ecoballe s’intreccia a quella degli inceneritori e quest’ultima con quella della raccolta differenziata.
Insomma, per tutti si rende necessaria una <B>migliore informazione</B>. Questa richiesta non giunge inaspettata. Solo qualche giorno fa, infatti, le <B>associazioni civiche</B> hanno domandato in una lettera al presidente della Commissione Ambiente e Territorio della città di Napoli, Carlo Migliaccio, dei <B>nuovi incontri sul tema dei rifiuti</B>. A preoccupare le associazioni è proprio la confusione tra le diverse iniziative promosse da comune, provincia e regione, tra cui non esiste un vero e proprio coordinamento, e la cattiva informazione dei cittadini. Insomma, la sensazione generale è che se da un lato la raccolta dei rifiuti dalle strade prosegue speditamente, molto c’è ancora da fare soprattutto nel rapporto con i cittadini e la società civile.