Bari, è caos sull’inceneritore. La Regione autorizza ma per Decaro “questo atto è un vero sopruso”
Un vero e proprio corto circuito tra i vertici politici delle amministrazioni e i propri organi dirigenziali. La regione autorizza l’impianto di trattamento dei rifiuti proposto da Newco e Ossigenopuro ma Emiliano e Decaro si oppongono
02 February, 2018
Via libera dalla Regione Puglia all'inceneritore di Bari. Nella giornata di ieri, giovedì 1 febbraio, sul Burp della Regione è stato pubblicato “il giudizio favorevole di compatibilità ambientale, per il progetto di “realizzazione dell’impianto per il trattamento e coincenerimento di rifiuti speciali non pericolosi e pericolosi, prodotti dal trattamento di biostabilizzazione di rifiuti di natura urbana”.
Ben 424 pagine che riassumono tutto l’iter che ha permesso al Dirigente della Sezione Autorizzazioni Ambientali di rilasciare l’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) alle aziende NEWO Spa (per una capacità produttiva pari a 43.000 t/a di CO2 e di 20.000 t/a di prodotto vetroso) e alla OssigenoPuro Srl (per una capacità produttiva pari a 32.334 t/a di O2). Tra gli atti allegati l’unico ente che ha dato parere sfavorevole è stato il Comune di Modugno (il cui territorio dista poche centinaia di metri da dove verrà realizzato l’impianto) con la nota n. 52564 del 9.10.2017.
L’impianto
Con il rilascio dell’AIA la regione ha autorizzato “il trattamento dei seguenti rifiuti in ingresso individuati dai codici CER: 191212; 190501, 190599 e 190106* secondo le seguenti singole quantità massime: − 250 t/giorno max per la frazione di rifiuti derivante dal trattamento di rifiuti urbani, con riferimento ad un potere calorifico del solido secco di 11.713 kJ/kg, − 97,5 t/giorno max per le acque di scarto del processo TMB; − 4,5 t/giorno max per il chiarificato prodotto dal trattamento degli effluenti gassosi. per un totale di rifiuti in ingresso autorizzati comunque non superiore a 264 t/giorno al netto dell’additivo e a 267 t/giorno di slurry prodotto”. E inoltre di autorizzare “ai sensi del comma 2 dell’art. 187 del D.lgs. n. 152/2006 e ss. mm. ii. l’attività di miscelazione del rifiuto pericoloso con codice CER 190106* con i rifiuti non pericolosi trattati ed autorizzati (CER: 191212, 190501 e 190599) con la presente AIA.”
Il corto circuito
Da una parte gli uffici regionali hanno dato il via libera alla realizzazione dell’impianto, anche grazie ai pareri favorevoli del Comune di Bari (Ripartizione urbanistica ed edilizia privata e della Ripartizione Tutela Ambiente, Sanità e Igiene – che ha subordinato il parere ambientale favorevole all’accettazione di compensazioni, ossia l’allestimento tra le altre cose di “un’area giochi attrezzata per bambini possibilmente nelle vicinanze dell’impianto a farsi”) e di tutte le altre realtà coinvolte nel processo di autorizzazione tra le quali l’Arpa Puglia e l’Asl Ba, che ha attestato “che non esiste la necessità di effettuare uno studio epidemiologico in quanto nell’area non si riscontrano particolari criticità in merito ai dati sulla popolazione”. Sul fronte politico invece il Presidente della Regione Michele Emiliano e il Sindaco di Bari si sono detti contrari alla realizzazione dell’inceneritore.
Antonio Decaro, Sindaco di Bari e della Città Metropolitana, ha ribadito il proprio no con un comunicato stampa: “Ho scritto agli uffici regionali competenti al rilascio dell'autorizzazione. Ho motivato non solo politicamente, ma anche da un punto di vista amministrativo il mio parere assolutamente negativo in merito alla realizzazione dell'impianto di trattamento dei rifiuti. Il presidente, l'assessore all’Ambiente e l'agenzia regionale mi avevano rassicurato, manifestando pubblicamente il loro dissenso. Apprendo ora che, ciononostante, l'autorizzazione è stata rilasciata dagli uffici regionali senza nemmeno curarsi di riscontrare la nota da me inviata. Considero questo atto un vero sopruso, che tra l'altro minaccia tutti gli sforzi che la città sta compiendo per aumentare le percentuali della differenziata con il sistema di raccolta porta a porta. Mi batterò con tutte le mie forze per impedire che tale impianto possa essere realizzato. Chiedo agli uffici regionali che venga immediatamente riaperta la conferenza dei servizi e di valutare le motivazioni al diniego espresse da me e dal direttore dell'agenzia regionale dei rifiuti”.
A poche ore dalle parole di Decaro si è espresso anche il Presidente Emiliano che, in una stampa diffusa nella serata di ieri (giovedì 1 febbraio) ,“ha chiesto ai propri Uffici una rivalutazione della Procedura autorizzativa alla luce delle direttive politiche e tecniche di cui all'emanando Piano Regionale dei Rifiuti. Alla luce, peraltro, delle dichiarazioni pervenute da parte del Sindaco di Bari, ovvero della indisponibilità all'utillizzo dei rifiuti provenienti dall'impianto AMIU di Bari, considerato inoltre che comunque non vi sarebbe un fabbisogno utile da soddisfare, come riscontrato dall'Agenzia Regionale preposta alla gestione dei flussi di rifiuti, si ritiene che ogni iniziativa debba essere subordinata ad una rivalutazione complessiva di Piano nel rispetto delle norme connesse alla valutazione ambientale strategica. Detto impianto, in assenza delle predette condizioni, dovrebbe in tal modo gestire flussi extraregionali, fatto che non collima con le direttive strategiche emanate dalla Regione Puglia, con delibera di Giunta dello scorso maggio, che viceversa prevedono la chiusura del ciclo attraverso l'utiizzo di impianti prevalentemente pubblici e funzionali alla gestione integrata delle diverse matrici di rifiuti nel rispetto delle direttive europee di settore.”
Una situazione complicata che di fatto rappresenta un vero e proprio corto circuito tra i vertici politici delle amministrazioni e i propri organi dirigenziali.