Bike-sharing a confronto
Un convegno a Milano ha fatto dialogare le diverse esperienze europee ed italiane di bici-noleggio. E’ un boom il neonato servizio londinese che in meno di due mesi ha 24.000 prelevamenti giornalieri. In Italia attivi 151 servizi di bike.sharing. I dati e le presentazioni fatte al convegno
17 September, 2010
Il bike-sharing vola alto nelle città europee. In Italia l’avanguardia è rappresentata da Milano, che si muove però timidamente rispetto alle altre metropoli d’Europa. Un dato su tutti parla chiaro: Londra ha attivato il servizio da meno di due mesi e vanta già una media di 24.000 prelevamenti giornalieri; Milano in quasi due anni ha raggiunto una media giornaliera di 5000 utilizzi.
Dati e riflessioni sono emersi nel convegno dedicato ai sistemi di bike-sharing nelle città europee. A organizzarlo, Legambiente ed Ecoistituto di Bolzano per fare il punto sulla situazione italiana ed europea.
Ciò che è uscito è la fotografia di un bike-sharing in perfetto stato di salute. Le città europee, insomma, offrono ai cittadini l’opportunità di spostarsi in modo sostenibile. E i gradi di soddisfazione dell’utenza sono alti.
L’Obis è un progetto europeo che monitora i servizi di Bici-noleggio di 48 città europee. Secondo una ricerca aggiornata al 2008 Berlino, Barcellona e Parigi emergono come le metropoli con i servizi più efficienti.
La capitale tedesca può contare su una flotta di 1750 bici. Il servizio esiste dal 2002. Nel solo 2008 i berlinesi registrati erano 50.000. Qui per accedere al servizio basta una telefonata con il proprio cellulare per far sbloccare la bicicletta.
A Barcellona gli iscritti al servizio hanno toccato quota 130mila grazie ad un maxi-investimento comunale di 9 milioni di euro. Nella città catalana il servizio è stato lanciato nel marzo 2007 e oggi è dotato di 6000 bici e 425 rastrelliere. Il Velib parigino invece emerge su tutti. Inaugurato nel 2007, il bike-sharing della Ville Lumiere può offrire 20.600 due ruote disposte su 1451 bici-stazioni. Cifre che potrebbero deprimere se poi si considera che ci sono 2.738.000 persone registrate al servizio, mentre sono stati 29.245.984 i prelevamenti durante il 2008. Milano attualmente può contare su 1400 bici e 103 stazioni. Ha 16.456 iscritti e una media di 5000 prelevamenti giornalieri. La vera sorpresa viene da Londra dove il servizio è partito da meno di due mesi. Qui le bici sono 6000, le stazioni 350, e tutto funziona 24 ore su 24. Gli iscritti sono 80.000 e i prelevamenti 24.000 al giorno.
Nelle città italiane c’è molto fermento verso il bike-sharing. Sul territorio nazionale ci sono, secondo una nota di Legambiente, 151 servizi attivi di bici-noleggio. Nonostante l’interessamento e l’attenzione, una città come Milano rimane però indietro rispetto ad altre metropoli europee. Andrea Poggio, vice-direttore di Legambiente, dice a Eco dalle Città che “in Italia sembra mancare un progetto politico complessivo sulla mobilità e tutto appare improvvisato. Di frequente la politica sulla mobilità cambia quando cambia l’assessore”. Il riferimento al caso milanese è ovvio.
Se Milano prova a seguire la scia delle capitali europee, lo stesso non si può dire, secondo Legambiente, per le altre grandi città italiane. Basta scendere la Penisola per scoprirlo: a Firenze e Napoli il bike-sharing ancora non esiste. A Roma, la cui esperienza è partita alcuni mesi prima di Milano, il servizio stenta a decollare. «Sono a disposizione solo 150 biciclette e 19 stazioni di prelievo» dice Marco Menichetti, della Fondazione Legambiente Innovazione. «Segno che il Comune - rileva - non sta investendo su una mobilità che abbatte lo smog». Anche nel Sud Italia «non esiste ancora un'esperienza rilevante di bike sharing», tranne «iniziative sporadiche di Comuni lungimiranti come Bari», osserva l'esponente di Legambiente. Anche a Genova, dove però la sperimentazione è partita l'anno scorso, le biciclette a disposizione sono 55, distribuite su 6 stazioni di noleggio. L'unica che può inseguire il capoluogo lombardo è la città di Torino, con un servizio da 1.200 biciclette. All'ombra della Madonnina, intanto, ci si tiene ben stretto il primato 'verdè. E si punta a crescere ancora: «Con il potenziamento delle stazioni già esistenti e l'installazione delle cento nuove già in programma - spiega Sergio Verrecchia, responsabile della società Bike Sharing Italia, gestore del servizio - contiamo di raggiungere quota 20 mila noleggi al giorno. Tanti quanto Londra».
Le esperienze italiane raccontate al convegno milanese hanno comunque mostrato un attivismo locale frenetico verso i sistemi di bike-sharing. A Parma si punta ad entrare in una fase avanzata proponendo al ministero di finanziare un progetto per alimentare il bici-noleggio cittadino con il fotovoltaico. Non è naturalmente finita qui perché si sta pensando anche alla predisposizione di totem lungo le ciclabili per indicare dove ci si trova, le direzioni e i km della propria destinazione. In Emilia Romagna è stato lanciato il progetto “Mi muovo”, che consente agli iscritti di usare tutti i mezzi di trasporto, bike-sharing incluso, con un unico titolo di viaggio in numerose città della regione. La Puglia mette in campo il progetto Cyronmed, finanziato con bando europeo, per creare una rete di ciclabilità mediterranea. Sono coinvolte regioni italiane, Malta, Cipro, la Grecia.
Ma il bike-sharing ha anche le sue barriere, che alcuni relatori hanno messo in evidenza più o meno velatamente. Il responsabile del bike-sharing parmense ne ha approfonditi alcuni. Questi sistemi di mobilità lenta sopravvivono grazie a un buon livello di fidelizzazione. Se questo si riduce può accadere che non aumenta il numero dei fruitori o, addirittura, che questi diminuiscano.
Tra i “fattori di rischio” sulla fidelizzazione del servizio c’è l’imperfetto funzionamento del sistema, la non ramificata diffusione sul territorio, la difficoltà dell’uso, l’accessibilità difficile per gli anziani, il divieto di utilizzo per i minorenni, la mancanza del sellino per i bambini, la limitazione territoriale e i costi d’investimento elevati.
I dati delle città europee